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Historie Furlane - Miscellanea in onore di Giuseppe Bergamini

a cura di Egidio Screm

Udine, 2020

Supplemento a: Memorie storiche forogiuliesi, n. 99 (2020)

Il volume nasce con l’intento di onorare lo storico presidente della Deputazione di Storia Patria per il Friuli, Giuseppe Bergamini, nell’occasione del suo ottantesimo compleanno. La miscellanea è un insieme di studi storici che attraversano la storia del Friuli dal XV al XX secolo. Il testamento dato 1410 da parte di un canonico di Aquileia a servizio della curia di Gregorio XII negli anni difficili della compresenza di pontefici appoggiati da fazioni diverse, svela una Cividale dove è fiorente il commercio di libri manoscritti con copisterie, botteghe di rilegatori e miniatori. Da un particolare episodio si ricostruisce un primo censimento di copisti in tempo di pestilenze, in Italia e in Europa. Nella Contea di Gorizia, a metà Cinquecento un maestro e umanista tolmezzino, Rocco Boni, compone l’Austrias, un poema panegirico per la casa d’Austria che vanta la diretta discendenza da Enea. Quasi a fine Cinquecento due miscellanee, una sandanielese e una conservata alla Civica di Udine, raccontano la battaglia di Lepanto. Nel Sei e Stettecento le famiglie nobili udinesi Florio ed Antonini procurano di conservare i propri patrimoni indivisi attraverso le forme giuridiche della gestione in fraterna, del fedecommesso e della primogenitura. Gli scultori trevigiani Comin, Francesco e soprattutto Giovanni - seguace di Giusto Le Court - e Andrea, abbelliscono a metà Settecento chiese del Pordenonese ma anche di Trieste e Udine. Uno studio riguarda le torri dette Savorgnane dagli ultimi proprietari, ma probabilmente risalenti al XII secolo e al Capitolo in un momento economico favorevole. Due interventi indagano la presenza degli Ebrei a Gradisca, contea sottoposta agli Asburgo dal 1511 ma di fatto un quasi principato sotto gli Eggenberg dal 1647 al 1717, nelle vicende biografiche di Abram Vita Reggio e di quelle di Diamante Morpurgo e Jacob Raffaele Levi. Tra fine Settecento e inizi Ottocento si svolge la vita dell’aspirante pittore-incisore Domenico Paghini (1778-1850) che tuttavia non riuscì ad affermarsi professionalmente come altri contemporanei. A metà Ottocento risale un documento, una lista dei costi firmata dall’ingegnere Giovanni Battista Locatelli di Udine, che comprova la costruzione del pronao della Chiesa di San Vito a Paularo. Chiude la raccolta un saggio sull’antica terra di Fraforeano, concessa dai Patriarchi in feudo agli Asquini di Varmo nel XIII secolo, che a metà Settecento, grazie al lavoro della famiglia Gaspari, diventa zona di produzione di riso, continuata con brevi interruzioni fino al Novecento con Carlo Ferrari, per poi essere dedicata alla barbabietola da zucchero con Vittorio de Asarta e i suoi discendenti.

Indice: Cesare Scalon, Il testamento del cividalese Nicolò Rugi, scrittore papale. Cividale, 3 aprile 1410; Laura Pani, A mia piacere et consolazione, per passare la contagione. Copiare libri in tempo di peste; Silvano Cavazza, Rocco Boni maestro di scuola a Gorizia e il poema Austrias (1559); Ugo Rozzo, «La gran vittoria»: La Battaglia di Lepanto in una miscellanea della Biblioteca Bartoliniana di Udine; Liliana Cargnelutti, Tra pratiche testamentarie e regole per la difesa del patrimonio familiare nella società d’antico regime; Paolo Goi, Sulla famiglia trevigiana degli scultori Comin (sec. XVII); Maurizio Buora, Le torri Savorgnane di Aquileia; Pier Cesare Ioly Zorattini, Gli Ebrei a Fogliano; Maddalena Del Bianco Cotrozzi, Con un vicendevole piacere hanno altresì con questo instromento convenuto e conchiuso. L’unione fra Diamante Morpurgo e Jacob Raffaele Levi; Paolo Pastres, Ritratto di un pittore da giovane: lettere di Domenico Paghini a Mauro Boni; Egidio Screm, Un documento sul cantiere per la costruzione del pronao della chiesa di S. Vito a Paularo (1849-1850); Gianfranco Ellero, Agricoltori illuminati a Fraforeano.

 

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