Pubblicazioni

Opuscoli Eruditi

«Mistri cargnelli» in Istria

Furio Bianco

Udine, 2024

Collana Opuscoli eruditi, nr. 3.

Il fenomeno migratorio dalla Carnia verso l’Istria è attestato fin dal tardo Medioevo: tessitori, calzolai, conciatori di pelli e sarti provenienti soprattutto dal Canale di Gorto e dalla conca di Ovaro si erano via via stabiliti nell’Istria veneta centro-settentrionale, con particolari concentrazioni a Grisignana, Portole, Montona, Momiano, Visinada, Barbana, Rovigno, Pisino. In ogni piccolo centro si trovavano una o più botteghe e gli emigranti, spesso discretamente alfabetizzati, diventavano protagonisti anche di altre attività legate al settore del credito. L’investimento iniziale per avviare il mestiere spesso era frutto di prestiti contratti in patria, ma anche i successivi finanziamenti venivano regolati tra conterranei emigrati.  Non si tratta di un fenomeno stagionale come quello tipico dei merciai ambulanti, ma di una migrazione a carattere stanziale che poteva durare anni e rendersi definitiva (così sarà soprattutto dal Settecento), anche grazie ad una politica che, puntando all’incremento della popolazione, favorì via via da ogni punto di vista l’ingresso di maestranze e lavoratori provenienti dalla Carnia, dal Friuli o da altri luoghi e l’integrazione con la popolazione locale. Non fa quindi meraviglia che nei paesi di Grisignana, Sanvincenti, Pinguente (per citare alcune località) si trovassero nuclei di famiglie provenienti dalla Carnia (De Franceschi, Zanello, Gortani, e gli Spinotti che possedevano case, terreni, botteghe, moltissimi campi per un complesso aziendale imponente). Il legame con le terre d’origine rimaneva anche quando alla partenza non facesse seguito un rientro definitivo, ma erano altrettanto saldi i contatti e le relazioni con le comunità di nuovo insediamento, attestati dalla volontà di entrare a far parte delle istituzioni ma anche dai testamenti e dalla garanzia di continuità delle proprie attività aziendali attraverso l’imposizione del fedecommesso su tutti i beni.

La seconda parte dello studio riguarda un aspetto notevole di questa particolare ondata migratoria, ovvero l’attività e la gestione del credito da parte delle comunità di provenienza carnica, in un momento (tra Sei e Settecento) in cui il sistema creditizio imperniato sui Monti di Pietà mostrava la sua limitatezza soprattutto di liquidità. Confraternite ed altri istituti cercavano di sopperire alle scarse possibilità dei Monti, ma anch’essi accontentavano più che altro le esigenze dei creditori più deboli. Il mercato finanziario è quasi inscindibile da quello immobiliare, ne rilevano la dinamica i Libri delle notifiche introdotti dalla Repubblica di Venezia a metà Seicento, volti a garantire lo status giuridico dei beni che spesso venivano utilizzati a garanzia dei creditori e per regolamentare il sistema delle pubblicità immobiliari, secondo cui il notaio annotava in calce al documento rogato l’avvenuta proclamazione della transazione. Probabilmente non tutte le transazioni venivano registrate così come sfuggono all’analisi le transazioni a voce, stipulate per somme modeste senza ricorso al notaio. Risultano registrate invece parecchie concessioni di denaro e di immobili a livello affrancabile (strumento che prevedeva la contropartita del prestito di una somma da restituire in cinque anni con terreni o beni di valore uguale o superiore a garanzia).  Spesso i livelli ricadevano sugli eredi e di frequente i crediti livellari erano parte delle doti femminili. Al di là degli strumenti creditizi utilizzati, per i ceti più deboli l’indebitamento era continuo e quasi mai del tutto estinguibile e spesso comportava l’alienazione e la perdita di proprietà (nonostante qualche correttivo imposto dalla legge). Le famiglie carniche che erano riuscite a farsi una posizione in Istria entrarono in questo sistema con un’attività di erogazione di piccoli crediti che accrebbe il loro prestigio sociale e fu alla base di molte fortune.

Il volume che si apre con una premessa dell’Autore e una corposa bibliografia, si conclude con una galleria di immagini di persone, case e luoghi relativi alle maestranze carniche in Istria per poi prendere in esame nella terza parte l’attività creditizia particolare di alcune famiglie carniche emigrate (Spinotti e Corva).

Indice: Presentazione (Andrea Tilatti). Premessa  (Furio Bianco). Bibliografia. Sigle archivistiche. I,  Dalla Carnia in Istria. Introduzione. 1718: omicidio a Grisignana. L’emigrazione carnica: invasione pacifica o elemento di perturbazione sociale ed economica? I Micoli Toscano. Grisignana: le famiglie carniche. Spinotti e Corva. II, Tra espropriazione e concentrazione della proprietà in Istria nel Settecento. I circuiti del credito e il mecato immobiliare. I sistemi di pubblicità delle transazioni economiche: i Libri delle notifiche.  Il mercato immobiliare e finanziario a Capodistria (1745-1806). Crediti e livelli francabili in soldo. La concessione di terreni a livello affrancabile. Vendite piene, assolute, perpetue e trasferimento di beni fondiari. Un friulano tra le saline di Capodistria. I contraccolpi sociali. III, Prestatori o usurai? L’attività creditizia delle casate carniche. Spinotti e Corva a Grisignana. Le parentele spirituali di carnici: il caso di Grisignana. Appendice: I, Supplica di Francesco de Franceschi. II, Norme introdotte negli statuti di Barbana e di Castelnuovo d’Arsa nel 1742 sugli obblighi dei cargnelli presenti nella giurisdizione. III, Denuncia presentata dalla contessa Carlina d’Edling. IV, Dalla corrispondenza di Giovanni Antonio Micoli di Pinguente. V, L’autobiografia di Michele Totto. Indice dei nomi. Indice dei luoghi.